Carema è terra di confine, essendo l’ultimo paese del Piemonte all’imbocco della Valle d’Aosta.
I terreni di coltivazione sono, come in tutto il Canavese, di origine morenica, ricchi di elementi diversi per la grande varietà di rocce dal cui disfacimento provengono. Il PH risulta compreso tra i valori 5 e 6, indicando la natura acida o sub-acida della reazione. Appartengono al tipo silico-alluminoso-alcalino corrispondente ai grandiosi massicci cristallini di Monte Rosa, Monte Bianco e Gran Paradiso.
I vigneti rappresentano un vero spettacolo. Stupisce che le Belle Arti non li abbiano presi sotto tutela e iscritti tra le meraviglie d’Italia.
Testimonianza di ingegnosità e bravura, capolavoro di ingegneria contadina, esempio di civiltà antica e moderna, sono la concreta prova della lotta per la sopravvivenza dell’uomo e della vittoria su una terra difficile e dura da “domare”.
Un museo all’aperto da visitare con il fiato sospeso per la bellezza e con ammirazione per l’incredibile capacità realizzativa dell’uomo.
Il Carema è senza dubbio il vino rosso più importante dell’azienda.
Prodotto dalla vinificazione di uve Nebbiolo, è un vino vellutato, robusto, di struttura superba ed equilibrato nei caratteri.
Unico, di grande finezza, non confrontabile con i vini prodotti in altre zone pur dallo stesso vitigno.
Nel comune omonimo le uve sono coltivate usando il tradizionale sistema di pergole dette “topie” sorrette da pilastri in pietra ( “pilun”) che, insieme ai muretti, fungono da volani termici ( immagazzinano il calore solare restituendolo nella notte).
Si tratta di un vino che ha sempre goduto di grande fama all’interno del panorama vinicolo nazionale. Si dice che già i Romani se lo contendessero; nel Cinquecento spiccava sulle tavole dei Duchi di Savoia tra i vini “più prelibati”.
Prodotto con uve Nebbiolo raccolte verso il 20 ottobre, fermentato in vasche d’acciaio a temperatura controllata, con una macerazione delle uve di circa dieci giorni. L’affinamento è di trentasei mesi, come prevede il disciplinare di produzione, di cui trenta in botti di rovere.
Di colore rosso granato, si lascia appena attraversare dai raggi luminosi. Il bouquet presenta note speziate, fruttate; aromi fini e delicati di fiori secchi e rose. Il sapore dona una piacevole sensazione tannica e un buon calore dato dall’alcol presente.
Da servire a temperatura ambiente ( 18/20°c) in ampi calici da vino rosso importante. Ottimo accostato a carni rosse, stracotti, cacciagione, formaggi stagionati.
Prodotto da un’ulteriore selezione di uve Nebbiolo vendemmiate intorno al 20 ottobre, fermentato in vasche d’acciaio a temperatura controllata con una macerazione delle uve di circa dieci giorni. L’affinamento, come da disciplinare di produzione, è di trentasei mesi in barrique e tounneau.
Di colore rosso granato intenso, limpido e consistente. Il bouquet presenta intensi aromi di specie, frutti rossi maturi, con note di viola e di frutti di sottobosco. Il sapore dà intense note alcoliche e una buona sensazione di freschezza.
Da servire a temperatura ambiente (18/20°c) in ampi calici da vino rosso importante. Ottimo accostato a carni rosse, stracotti, cacciagione, formaggi stagionati.
Il Carema Etichetta Nera viene prodotto solamente nelle grandi annate. Per il limitato numero di bottiglie prodotte è e resterà un vino per pochi “eletti”…
Nel panorama piemontese, caratterizzato dalla prevalenza di vini rossi, il Canavese presenta una zona del tutto particolare per la dominanza del vitigno Erbaluce. Un vitigno autoctono, molto duttile tanto che se ne ricavano ( evento unico nel panorama viti-enologico nazionale) tre vini dalle caratteristiche diverse: Erbaluce di Caluso docg, Erbaluce di Caluso Spumante docg, Caluso Passito doc.
L’antica dizione Albaluce dimostrerebbe un’origine romana (da Alba Lux) e rimanderebbe alla colorazione calda dai riflessi ramati derivante dall’ultima fase della maturazione.
È un vitigno vigoroso ma al tempo stesso esigente; le sue caratteristiche hanno indotto numerosi produttori di altre regioni ad impiantarlo con scarso successo fuori dal Canavese. Per la sua qualità di “vitigno raro” fornisce risultati ottimali solo nell’equilibrio del suo micro-ambiente.
I terreni di coltivazione sono di origine morenica, ricchi di elementi diversi. Appartengono al tipo silico-alluminoso-alcalino, corrispondente ai grandiosi massici del Monte Rosa, Monte Bianco e Gran Paradiso. Sono dunque prevalentemente sabbiosi e affatto poveri, o del tutto privi di calce. In generale si presentano abbondantemente frammisti a pietrame e ciottoli arrotondati e levigati.
Vino bianco secco ottenuto da uve Erbaluce nel comune di Borgomasino.
Le uve sono raccolte in piccole cassette nei primi giorni di ottobre. La pressatura è soffice e la fermentazione avviene in vasche d’acciaio a temperatura controllata. Il vino subisce un affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.
Di colore giallo paglierino, brillante. Il bouquet presenta leggere note floreali e aromi di fiori bianchi. Il sapore è caratterizzato dalla presenza di sali minerali e da buona acidità, dona una sensazione di freschezza.
Da servire a 8/10°c in calici da vino bianco importante. Ottimo abbinato ad antipasti, creme di verdura, primi piatti, pesce.
La grande predisposizione dell’Erbaluce a dare vini passiti è dovuta principalmente alle caratteristiche fisiche dei suoi acini: grappolo spargolo e una buccia particolarmente consistente che permettono di prolungare l’appassimento e quindi di attendere l’attacco della muffa nobile in inverno avanzato.
Il Caluso Passito è uno dei simboli dell’enologia italiana e fiore all’occhiello della vitivinicoltura canavesana.
Era consuetudine antichissima e segno di buon augurio per le famiglie piemontesi conservare l’uva per il consumo da tavola almeno sino a Natale. Qualora, verso i mesi di marzo e di aprile, ne avanzasse qualche cesto l’uva veniva vinificata e posta in piccolissime botti ( 10/15 l.) oppure in pintoni in cui avveniva la serie di fermentazioni e di chiarificazioni naturali.
Le tecniche di appassimento rimangono pressoché inalterate rispetto a un tempo: le uve vengono adagiate su graticci in locali ben areati ( generalmente sottotetti e solai) e lasciate appassire fino al mese di marzo. In seguito sono pigiate per ottenere il mosto da cui si ottiene il Caluso Passito dopo ben quattro anni di invecchiamento ( secondo il disciplinare di produzione).
La storia del Caluso Passito affonda le radici nei secoli. Sante Lancerio, bottigliere di Papa Terzo Farnese, nel 1530 riferisce che Sua Santità, sommo intenditore di vini, amava molto il vino liquoroso prodotto nei dintorni di Ivrea che definiva “molto perfetto”. In date più recenti si sa con certezza che lo apprezzarono Napoleone III e Vittorio Emanuele II come vino di lusso e “nettare spiritoso”.
Passito ottenuto da uve Erbaluce provenienti dal vigneto “La Torrazza” nel comune di Borgomasino ( terreno di origine morenica, ricco di elementi diversi).
Le uve vengono raccolte verso la fine di settembre e disposte in piccole cassette in modo che i grappoli rimangano l’uno accanto all’altro. Nei primi giorni di marzo, dopo aver subito un appassimento di circa cinque mesi, le uve sono selezionate e pressate lentamente. Il mosto ottenuto è fatto fermentare in barrique. L’affinamento dura quattro anni, di cui almeno due in barrique.
Di colore giallo con importanti riflessi oro. Il bouquet esprime note di frutta matura, miele, confettura, albicocche e fiori dolci; note persistenti con aromi tostati. Sapore morbido ed equilibrato, di buona struttura, con note finali di vaniglia e frutta tostata.
Da servire a 12°c in piccoli calici da vino-dessert. Ottimo accostato a pasticceria secca e formaggi erborinati, oppure semplicemente servito come vino da meditazione.
Vendemmia tardiva da uve Erbaluce ( evento insolito per il territorio canavesano).
Le uve sono lasciate appassire in vigneto fino al mese di Novembre , poi raccolte in cassette e pressate. Il mosto è fatto fermentare in barriques a basse temperature, dopodichè affinato per dieci mesi sempre in barriques.
Di colore giallo paglierino intenso. Il bouquet è fine ed elegante con note di frutta matura e miele. È un vino dal sapore dolce, caldo, avvolgente al palato con note finali di vaniglia e frutti.
Da servire a 10°c in piccoli calici da vino-dessert. Ottimo accostato a formaggi erborinati e fois gras, oppure semplicemente servito come vino da meditazione.